SOGIN: LA DIGNITA’ QUI’ NON E’ DI CASA

Comunicati stampa

Lettera al Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico On. Di Maio

SOGIN: LA DIGNITA’ QUI’ NON E’ DI CASA

Egregio Ministro, come ben saprà la Società Sogin è stata costituita nel 1999 con la missione istituzionale del DECOMMISSIONING, ovvero “per restituire ad altri usi i siti NUCLEARI presenti sul territorio nazionale, privi di vincoli di natura radiologica, salvaguardare l’ambiente e tutelare le generazioni presenti e future”.

La stima del costo totale del decommissioning italiano, aumenta di valutazione in valutazione, così come i tempi necessari ad attuarlo.

A fronte di ciò, ricordando che tali oneri vengono sostenuti dai cittadini attraverso la “bolletta elettrica”, appare ancora lontana l’individuazione del sito per la realizzazione del deposito di rifiuti nucleari indispensabile a tutto il processo.

Appare chiaro che qualcosa sino ad oggi non abbia funzionato come avrebbe potuto.

Parallelamente a ciò, una interlocuzione insufficiente con le parti sociali e con il territorio, non ha agevolato quella possibile convergenza utile al raggiungimento degli obiettivi ancora lontani. Nonostante la piena disponibilità dimostrata nei fatti dalle Organizzazioni Sindacali affinché questa Società fosse il più possibile rispondente alla mission che gli è stata affidata.

In particolare, è nella gestione delle professionalità e delle competenze delle lavoratrici e dei lavoratori che come organizzazioni sindacali di categoria vogliamo denunciare le distorsioni a cui assistiamo.

Abbiamo sentito dalla sua voce, in occasione di una recente trasmissione televisiva, che “chi ha utilizzato più strumenti di precariato – la somministrazione lavoro, il subappalto del subappalto – sono proprio alcune aziende di Stato, di cui molte iscritte a Confindustria: io non posso accettare che aziende di Stato, con managers che nomineremo noi nei prossimi anni, siano quelle che rendono più precaria la vita dei lavoratori. Queste si devono conformare ad un principio etico di garantire il più possibile stabilità, perché lo Stato ci mette i soldi, e sono le tasse dei cittadini”.

Questa sua affermazione è molto calzante nel nostro settore, ed in particolare nel GRUPPO SOGIN, Azienda dello Stato, dove sono presenti le più diffuse situazioni di precariato – in alcuni casi ultraquinquennali – nonché un’alta percentuale di contratti di somministrazione sul totale del personale (in particolare, nella sede centrale).

Contratti che vengono di volta in volta prorogati con farseschi escamotages (se non fossero tragici) al fine di garantire la copertura di posizioni di lavoro indispensabili alla sicurezza degli impianti.

Ci stupisce che l’Amministratore Delegato del Gruppo Sogin vada in direzione esattamente opposta rispetto alle indicazioni del Ministro di riferimento ed allo spirito dei vari provvedimenti contro il precariato già adottati o in corso di definizione in ambito di pubblica amministrazione e non, rimangiandosi promesse fatte, temporeggiando con scuse improbabili che stanno causando la perdita di circa 100 posti di lavoro, portando le relazioni industriali ad un punto di rottura ingiustificato e irresponsabile tale da provocare uno sciopero generale di tutti i lavoratori del Gruppo.

Oltre a ribadirLe la necessità di un incontro presso il Suo Ministero per chiarire questi temi (sperando di avere più fortuna rispetto al tentativo già fatto presso il Ministero del Lavoro), sarebbe anche opportuno se, fra tutti i suoi impegni, riuscisse a fare una “visita” in Sogin, cioè sostanzialmente a casa sua, per chiedere all’Amministratore Delegato quali siano le motivazioni per le quali i lavoratori di una società di proprietà esclusiva dello stato e che è assoggettata alle sue linee guida, non abbiano diritto a quella DIGNITA’ proclamata per decreto nazionale.

Restiamo in attesa di un suo riscontro.

Cordiali saluti.

Le Segreterie Nazionali Filctem-Cgil Flaei-Cisl Uiltec-Uil

Roma, 19 luglio 2018

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