118 senza infermieri di notte a Santhia e Borgosesia
Comunicati stampa 7 maggio 2015Dal prossimo giugno alcune postazioni del Servizio di Emergenza territoriale del 118 di Santhià e Borgosesia resteranno senza infermieri di notte.
A distanza di pochi mesi dalla riorganizzazione del Servizio 118 – che ha determinato l’accorpamento sotto l’ Azienda Ospedaliera Universitaria di Novara delle postazioni delle ASL di Vercelli/Biella/VCO/Novara e il trasferimento dei relativi operatori – i nodi vengono al pettine. Dal prossimo giugno e fino alla fine di settembre, infatti, alcune postazioni del Servizio di Emergenza Territoriale del 118 di Santhià (che copre un vasto territorio e un tratto autostradale di intenso traffico) e Borgosesia (zona montana e turistica) resteranno senza infermieri durante il servizio notturno, contravvenendo peraltro all’intesa tra Stato e Regioni che prevede la presenza di infermieri negli equipaggi delle ambulanze che prestano soccorso di emergenza.
Il Sindacato di categoria, confederale territoriale e regionale ha espresso – fin dalla prima delibera regionale di riordino del Servizio 118 – una netta contrarietà alle indicazioni di riorganizzazione previste dal Piano sanitario. Una contrarietà manifestata in ogni occasione di confronto: al Tavolo regionale e aziendale, nelle assemblee, nelle piazze. Le ragioni portate avanti dai lavoratori e dal sindacato sono però state riconosciute valide – dalle varie Istituzioni – soltanto nell’informalità, rimanendo disattese negli atti formali degli stessi interlocutori.
Oggi tutto quanto denunciato diventa realtà, a partire dalla carenza degli organici e dalla sottostimata necessità di personale. L’assegnazione di soli 5 infermieri per postazione di Soccorso – peraltro a rotazione e a copertura di distanze chilometriche oltre i limiti previsti dal contratto, la nuova geografia bizzarra delle sedi sanitarie che vede la sede di Santhià dentro l’area di Novara-Arona-Galliate e le asimmetrie tra organizzazione infermieristica e medica – sono solo alcune delle ultime aberrazioni di una ‘pseudo’ riorganizzazione sulla quale dovrebbe reggersi la rete ospedaliera locale.
Ma un riassetto della rete ospedaliera necessita di un buon servizio di emergenza/urgenza e una capillare presenza di servizi territoriali. Per questo CGIL, CISl e UIL sostengono da tempo che la riorganizzazione del 118, così come è stata attuata, sia inadeguata e che la riorganizzazione del territorio debba necessariamente anticipare il riordino ospedaliero.
Il 118 oggi non ha un numero adeguato di personale e la scelta di separarlo dal Servizio dei DEA dell’ASL di appartenenza ha peggiorato la situazione, come già denunciato da tempo. In un momento di tagli alla sanità, CGIL CISL e UIL ritengono che questa soluzione – apparentemente temporanea – sia pericolosa per la sopravvivenza delle stesse postazioni di 118 presenti oggi sul territorio vercellese e auspicano che non sia questo il primo passo verso la chiusura delle postazioni di Santhià e Borgosesia.
Il riordino del 118 è il primo atto di quello che sarà un vero smantellamento della sanità vercellese. Il Piano sanitario di riorganizzazione regionale e il Patto per la salute nazionale prevedono, infatti: su tutta l’ASL, il riordino dei laboratori analisi, a Vercelli la futura chiusura di lungodegenza e degenza di oncologia e, a Borgosesia, di cardiologia. Mentre risultano attualmente sotto osservazione, il punto nascita di Borgosesia e la emodinamica di Vercelli.
Il 118 è un servizio essenziale per tutta la popolazione e non può essere ridotto in termini di strutture, postazioni e personale.
Per tutti questi motivi, CGIL, CISL e UIL chiedono con forza alla Regione Piemonte di evitare la riduzione di presenza infermieristica nelle ambulanze del servizio e l’implementazione del personale di tutte le strutture ospedaliere territoriali che oggi sono estremamente carenti e già oltre il limite di sicurezza a garanzia di pazienti e operatori. CGIL-CISL-UIL si rivolgono a tutte le istituzioni regionali e territoriali – a cominciare dalla Conferenza dei sindaci – affinché intervengano con risposte immediate e concrete a salvaguardia e garanzia della salute e assistenza di tutti i cittadini del territorio vercellese.