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Edilizia ferma per l’emergenza Coronavirus, la Cassa edile cerca di sostenere un settore in forte affanno

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Per il 90% dei lavoratori edili vercellesi è stata fatta richiesta di cassa integrazione. Questi sono i dati ufficiali raccolti all’interno della categoria dalla Fillea Cgil Vercelli Valsesia: dei circa 1.400 addetti ufficiali in edilizia della provincia infatti le richieste di Cig riguardano almeno 1.200/1.250 lavoratori. «Tutte richieste con motivazione Covid-19 – precisa Filippo Rubulotta, segretario generale della Fillea Cgil, perché rispetto ad altri settori, l’edilizia non rientra nei codici Ateco per cui è prevista la possibilità di lavorare e perché le norme di igiene e sicurezza previste dai Decreti, in edilizia, sono molto difficili da rispettare».

Il rallentamento nel settore è partito già dalle prime settimane di marzo per poi arrivare a un progressivo e definitivo stop delle attività: «Proprio per i motivi legati alla sicurezza dei lavoratori, l’edilizia è stato uno tra i primi settori a fermarsi, prima ancora che lo imponessero i Decreti – continua il segretario – E se da un lato questo stop delle attività rassicura perché evita la diffusione del contagio, dall’altro allarma perché c’è una preoccupante e generalizzata diminuzione del reddito: almeno il 50% delle richieste di cassa integrazione coinvolge aziende che dichiarano l’impossibilità di far fronte, per problemi di liquidità, all’anticipazione del trattamento, affidandosi così al pagamento diretto che l’Inps dovrà corrispondere ai lavoratori».

È del tutto evidente che se i tempi di lockdown non saranno di durata ragionevole e se nel nostro territorio non si riuscirà a velocizzare e rendere operativi gli accordi che garantiscono liquidità attraverso le banche a quei lavoratori a cui la cassa integrazione non viene anticipata dalla propria impresa, come indicato dal governo, le conseguenze economiche e sociali per i lavoratori saranno molto pesanti, per tutti i lavoratori del comparto, già a partire dalle prossime settimane.

La Cassa edile (ente bilaterale dell’edilizia composto in modo paritetico da associazioni datoriali e sindacali) in questo momento di difficoltà ha deciso, a livello nazionale, alcune misure che si stanno applicando in tutte le provincie del nostro Paese.

«Nel territorio vercellese, come cassa edile, stiamo erogando proprio in questi giorni, direttamente sul conto corrente di 887 lavoratori aventi diritto, una somma che complessivamente ammonta a circa 510.000 euro: si tratta dell’anzianità professionale edile Ape che, se non ci fosse stata la pandemia, sarebbe stata erogata come di consueto a maggio. Verrà altresì erogata, nell’ultima settimana di aprile, una parte (circa il 50%) del trattamento ferie che normalmente viene corrisposto nel mese di luglio: questo trattamento riguarderà un numero anche più alto di lavoratori – precisa Rubulotta – Sempre come Cassa edile, abbiamo previsto anche diverse misure a sostegno delle imprese, che non dimentichiamo perché soprattutto quelle piccole, o piccolissime, stanno soffrendo molto per questa situazione e faranno fatica a ripartire. La Cassa edile sta mostrando in questo momento di estrema difficoltà per il Paese e per il mondo intero, tutta la sua utilità con azioni di sostegno reale e tangibile per lavoratori e imprese. Inoltre, proprio in queste ore, ci stiamo muovendo per l’acquisto di un numero di mascherine sufficiente a coprire il numero di addetti regolarmente denunciato, sapendo già che, nel momento in cui si potrà ripartire, dovrà essere un ritorno alla normalità graduale, perché sarà troppo importante mantenere a lungo una serie di abitudini e comportamenti finalizzati a contenere questo maledetto virus».

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