SANITA’ VALSESIANA: PREVALE PERICOLOSAMENTE L’INCERTEZZA

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COMUNICATO STAMPA

SANITA’ VALSESIANA : PREVALE PERICOLOSAMENTE L’INCERTEZZA

Dal 1 agosto non solo sarà vietato nascere in Valsesia ma per i bimbi gia’ nati le cure di un pediatra saranno concesse solo entro gli orari ambulatoriali: dalle 08.00 alle 16.00 sabato e domenica esclusi.

Quindi, il dato certo, a oggi, e’ che il “punto nascita” verrà ufficialmente chiuso sino a ottobre 2018, nonostante quanto asserito negli incontri con alcuni sindaci della zona valsesiana. pertanto, al netto di posizioni “propagandistiche” da campagna elettorale da una parte, e logiche economiche aziendali dall’altra, a “brillare” (si fa per dire) è l’assenza di una pianificazione/programmazione di alcune attività sanitarie in questo territorio.

UNA SITUAZIONE FRANCAMENTE INACCETTABILE!!

Sono anni che il punto nascita valsesiano risulta “a rischio chiusura”, lo si evinceva dai vari piani sanitari regionali (da Cota/Monferrino a Chiamparino/Saitta) e il risultato di queste “previsioni” non ha fatto altro che produrre quanto oggi sta avvenendo, ovvero, la mancanza di professionalità sanitarie idonee alla sua sopravvivenza.

Va però detto che il numero di parti in Valsesia e’ paragonabile (se non superiore) a tanti altri esistenti sul territorio nazionale e anche regionale con l’aggravio, non trascurabile, di essere un’area disagiata.

La Valsesia oggi diventa il paradigma del momento: mentre si brandisce “l’invasione” di migranti tutti dobbiamo fare i conti con il calo delle nascite, il decrescere di giovani e, in ambito sanitario, la carenza di professionalità qualificate. Il 2017 ha registrato il minimo delle nascite sul territorio nazionale da sempre (compresi bimbi stranieri ).

Ma il punto nascita e’ solo la punta dell’iceberg dei molti problemi che attanagliano la sanità locale, infatti, cominciano a riscontrarsi criticità in pediatria, radiologia, ortopedia, anestesia associati a una generale carenza di infermieri .

Inoltre, dal 1 agosto il pronto soccorso di Borgosesia sarà il “centro” della sanità valsesiana con un aggravio di carico di lavoro assistenziale, in particolare di minori e partorienti, non trascurabile, perché molti specialisti in certi orari (pomeridiani,notturni e festivi) non saranno reperibili in ‘loco’.

Le neo mamme e i propri neonati saranno quindi trasferiti, con l’assistenza di 1 ostetrica e del personale 118, altrove con un ulteriore aggravio per il servizio 118 di quadrante .

La Valsesia ha più di 32.000 abitanti con un trend di arrivi turistici (specie in stagione estiva) in continuo aumento come dimostrano i dati Atl nel 2017 si sono registrati 101.379 arrivi per turismo ovvero 4.605 in più rispetto all’anno precedente. Un’assistenza sanitaria adeguata e di qualità è elemento imprescindibile anche in rapporto a tale contesto economico e sociale.

La difesa del punto nascita non è una battaglia di campanile, non si può continuare a fare cassa sui diritti dei cittadini e dei lavoratori.

No alla chiusura del punto nascita e no allo svuotamento dell’ospedale di Borgosesia.

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