Equitalia chiede il risarcimento del ticket per prestazioni sanitarie del 2012. La denuncia di Federconsumatori e SPI CGIL
News, SPI 7 gennaio 2016Brutta sorpresa di inizio 2016 per molti vercellesi, chiamati da Equitalia a pagare entro il 17 gennaio prestazioni sanitarie in esenzione usufruite nel 2012. Alcune decine di cittadini infatti si sono rivolti alla Federconsumatori e allo SPI della CGIL Vercelli Valsesia per denunciare le richieste di risarcimento dei ticket ascrivibili a redditi del 2011.
Le cartelle esattoriali di Equitalia, alcune anche di qualche migliaia di euro, hanno ovviamente scosso i diretti interessati, che hanno interpellati gli uffici CGIL, non avendo ricevuto preavvisi o accertamenti da parte dell’Asl.
Mauro Casalino, responsabile della Federconsumatori di Vercelli, commenta dicendo che “non è chiaro quale sia l’errore e chi abbia sbagliato. Gli accertamenti dell’Asl riguardano soprattutto le esenzioni relative al nucleo fiscale familiare: esenzioni che, nel 2012, avrebbero anche potuto non riguardare quelle persone che oggi si sono rivolte ai nostri uffici ma va considerato che, allora, l’esenzione si basava sulla auto-certificazione. E chi può “garantire” la precisione numerica di un’auto-certificazione?”.
Gli uffici dell’Azienda Sanitaria Locale finora non non hanno risposte e la Direzione generale non sembra interessata ad approfondire la questione. Gianni Marchioro, segretario generale dello SPI, spiega però che “sono molte le variabili da considerare: potrebbe essere stato un errore del medico curante che ha attribuito, al proprio paziente, un codice di esenzione errato. Oggi è tutto computerizzato ed è più difficile sbagliare, ma nel 2012 era tutto diverso. Per questo abbiamo chiesto all’Asl di stilare una casistica per risalire all’errore ma l’impressione è che non si voglia entrare nel merito”.
L’Asl si giustifica inoltre sulle tempistiche, dicendo di aver spedito gli avvisi di pagamento addirittura ad aprile 2015, attribuendo così il ritardo nel recapito a un disservizio postale. “Ciò è per noi irrilevante. Risulta invece importante e urgente che l’Asl verifichi la procedura adottata, accertati il dovuto e avvii un controllo sistematico e puntuale sull’errata (o corretta) esenzione e consenta una rateizzazione dell’importo“, conclude comunque Marchioro.