Alla Sogin di Trino Vercellese i dipendenti scioperano per dire ‘NO’ alle discriminazioni sulle donne
Comunicati stampa 2 luglio 2015
Una dipendente della Sogin riceve pesanti ‘accuse’ dal responsabile del personale e i colleghi si mobilitano in uno sciopero di solidarietà per denunciare l’accaduto, venerdì 10 luglio 2015
È successo soltanto qualche giorno fa. L’11 giugno scorso, alla Centrale Sogin E. Fermi di Trino Vercellese, il referente aziendale delle Risorse umane del Piemonte, all’atto della consegna di quella che avrebbe dovuto essere una lettera promozione a una dipendente, le rivolgeva invece pesanti affermazioni, del tutto estranee all’ambito lavorativo.
La lavoratrice della Sogin – alla quale potrebbe essere precluso il prossimo avanzamento di carriera a causa di un lungo periodo di malattia per seri motivi di salute – si è immediatamente rivolta alla Filctem CGIL per denunciare l’accaduto. La Filctem provinciale si è attivata per segnalare l’increscioso episodio anche alla CGIL regionale e nazionale di categoria.
Dopo l’assemblea del personale convocata lo scorso 16 giugno – e posticipata al 18 giugno per senso di responsabilità nei confronti dell’Azienda e dei lavoratori impegnati nelle operazioni di allontanamento del combustibile a Trino – e dopo che la Società è intervenuta con il responsabile Risorse umane per rassicurare la lavoratrice vittima dell’episodio, a oggi l’Azienda non ha ancora assunto alcun impegno formale per ‘riparare’ all’accaduto.
Per questi motivi e per denunciare il pesantissimo atto discriminatorio compiuto nei confronti di una dipendente – peraltro vittima involontaria di una stato di salute delicato e caratterizzato da una condizione femminile particolarmente fragile – i lavoratori della Centrale Sogin E. Fermi di Trino, riuniti in assemblea, hanno deciso di manifestare la loro vicinanza alla collega, proclamando uno sciopero di solidarietà di un ora, il prossimo venerdì 10 luglio 2015.
Nel contempo, la FILCTEM CGIL continuerà sollecitare la Società affinché ponga rimedio all’increscioso episodio e, qualora l’Azienda non intervenga, non esclude di procedere con altre azioni sindacali.
È infatti obiettivo imprescindibile della CGIL chiamare alle proprie responsabilità le figure dirigenziali dell’azienda e tutelare i diritti di tutti i lavoratori, nelle loro professionalità e nella loro dignità di persone, soprattutto quando si tratta di una donna ingiustamente discriminata.