CS: Sull’ospedale e sul punto nascite di Borgosesia tante promesse, ma un’unica certezza: l’ennesimo taglio alla sanità e un attacco alle donne – CGIL Vercelli Valsesia e CGIL Piemonte
Comunicati stampa 29 luglio 2025Dopo tanti anni di propositi, l’Ospedale di Borgosesia è di recente tornato al centro del dibattito pubblico: il suo lento depauperamento, infatti, era iniziato dal momento in cui era stato identificato come “ospedale di territorio e di prossimità”, mettendo a rischio servizi essenziali per la cittadinanza. In questi giorni, è l’esistenza stessa del Punto Nascita a essere messa in discussione, in primis da parte della Giunta Regionale: dai dati emersi, infatti, il presidio sarebbe sotto gli standard di sicurezza previsti dall’Accordo Stato – Regioni del 2010 e a nulla parrebbe contare, in questa analisi, la collocazione in Area Disagiata come previsto dalla Decreto Ministeriale 70 del 2015.
Nella serata di ieri 28 luglio, l’assessore regionale Riboldi con il sindaco di Borgosesia e gli altri sindaci della Valsesia si sono confrontati proprio in merito al destino di questo servizio: la CGIL Vercelli Valsesia ha risposto con un presidio di protesta contro la chiusura e la snaturazione del Punto Nascita. Al termine del confronto, ciò che apprendiamo è una “riorganizzazione” del servizio, che prevedrà l’accoglienza di sole nascite di parto naturale. Una scelta folle, che fa emergere non solo l’ennesima volontà di tagliare la sanità pubblica, ma anche la volontà di propagandare un piano di natalità fuori dal tempo e irrispettoso delle esigenze della maternità delle neo-mamme del territorio.
A fronte di questa scelta, ci si chiede se non fosse necessario investire molto tempo fa sul Punto nascita, al fine di poterne migliorare la gestione ed evitare un epilogo simile. Non solo: non è stato chiarito se ci sarà un servizio che accoglierà le donne che partoriranno con un parto “non-naturale”, così come non è stata aperta pubblicamente una riflessione sugli impatti che questa riorganizzazione avrà sul resto del presidio ospedaliero. La decisione compiuta sul Punto Nascita potrebbe essere solo la punta dell’iceberg di ennesimi contenimenti e riduzione dell’ ASL di Vercelli, che ha già visto la perdita di ben 3 ospedali a cui non ha fatto seguito una piano sanitario territoriale adeguato e i cui presidi ospedalieri esistenti sopravvivono con forti problemi di organico e di insufficienti investimenti tecnologici.
Dichiara Valter Bossoni, Segretario Generale CGIL Vercelli e Valsesia: “Quella che è stata chiamata “riorganizzazione” è, difatti, una chiusura mascherata e non dichiarata. Con questa decisione, chi vive in Valsesia sarà necessariamente costretto a spostarsi e subire l’ennesima perdita di un punto di riferimento della sanità pubblica; lo stesso territorio in cui 7000 persone non hanno più il medico di base, la casa di cura è in forte difficoltà e in cui diminuiscono sempre di più medici specialistici e macchinari per la diagnostica”. Conclude: “La proposta fatta dall’assessore Riboldi parla di rilancio del presidio ospedaliero, ma senza prevedere un piano di investimento sulle assunzioni e sul personale già esistente. Se questa programmazione non c’è, le dichiarazioni di questi giorni si riveleranno solo l’ennesima promessa in ambito sanitario che il territorio valsesiano vedrà sfumare”.
Dichiara Anna Poggio, Segreteria CGIL Piemonte: “Sostenere che il Punto Nascita non andrà verso la chiusura con l’argomento che si potranno accogliere solo i parti naturali equivale a dire, nella realtà dei fatti, che il Punto Nascita chiude. In questa scelta politica di natalità compiuta dalla Regione Piemonte, infatti, sfugge una nozione fondamentale sul parto delle donne: al momento del parto non c’è alcuna certezza che lo stesso possa avvenire in maniera del tutto naturale.”
Torino, 29 luglio 2025
UFFICIO STAMPA