intervista Gianni Marchioro
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Intervista al Segretario Generale dello SPI, Gianni Marchioro: “Siamo un punto di riferimento, voglio dare continuità”

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Lo scorso mese di ottobre, Gianni Marchioro è stato eletto Segretario Generale dello SPI della CGIL Vercelli Valsesia. Marchioro, subentrato a Marco Simonelli (in carica negli ultimi otto anni) ha alle spalle una lunga esperienza nel Patronato INCA e, più in generale, nel mondo del sindacato, per il quale ha ricoperto anche incarichi di valenza nazionale. Il nuovo Segretario, 63 anni, ha iniziato quindi un nuovo capitolo della sua attività, periodo che si preannuncia ricco di temi e problematiche da seguire. Lo abbiamo incontrato per fare il punto della situazione.

intervista Gianni Marchioro (2)Gianni, lei lavora da molti anni per il Patronato. Quali sono state le tappe della sua carriera?
“Ho sempre fatto Patronato CGIL. Nel 1970 sono entrato come operaio alla Cerutti di Vercelli. In quegli anni le organizzazioni sindacali erano molto in crescita e sono stato eletto quasi subito al reparto Rettifiche. Mi sono occupato di problemi legati ai diritti e sono diventato un punto di riferimento all’interno dell’azienda. Il contratto dei metalmeccanici era in pieno sviluppo.
Nel ’78 la CGIL mi ha chiesto di fare un’esperienza a tempo pieno qui a Vercelli per occuparmi di diritti previdenziale nel Patronato e, a malincuore, ha lasciato l’azienda. Nell’82 il Direttore se ne va e io divento il Direttore provinciale del Patronato, fino al ’98, per poi diventare Direttore regionale. Il Patronato si stava sviluppando e c’era la possibilità di aumentare l’attività sul territorio. Da 70 siamo passati a 108 collaboratori dell’ente.
Nel 2011 vado in pensione e la CGIL nazionale mi chiede di ricoprire il ruolo di controllo e ispezione di tutti gli uffici del Patronato; ho girato l’Italia con una nomina del Direttivo nazionale, per verificare se gli uffici sul territorio avevano recepito la legge 152 del 2001. Un decreto del 2009 aveva modificato le regole e noi dovevamo adeguarci. È stato molto interessante perché ho visto l’impegno dei lavoratori e delle persone che vi si rivolgono per i problemi più disparati. Un lavoro di responsabilità che richiede grande fiducia, al di là dell’autonomia delle singole Camere del Lavoro”.

Poi è arrivata questa chiamata da Vercelli.
“L’esperienza al nazionale è durata circa tre anni, nel frattempo ho fatto consulenze a Vercelli occupandomi di controllo delle pensioni, anche con buoni risultati perché il continuo cambiamento delle norme ci ha fatto scoprire che il 15-18% delle pensioni liquidate nel 2011 aveva la possibilità di essere ricostruito. La CdL mi ha proposto come Presidente del comitato provinciale Inps e poi si è creata l’occasione perché Simonelli ha finito il mandato.
Ora il mio compito diventa più politico che tecnico, spero che la mia esperienza possa essere una valore aggiunto, conosco bene il mondo il mondo della Previdenza e del Welfare”.

Qui raccoglie l’eredità di Simonelli.
“Raccolgo un’eredità estremamente positiva. Voglio dare continuità alla strategia e al percorso costruito, utilizzando le competenze che già abbiamo. In provincia ci sono quasi 12mila iscritti, i pensionati sono la categoria più grande di questa CdL e per sua natura deve affrontare problemi non solo settoriali, ma anche socio assistenziali e sanitari. Da un po’ tempo lo SPI deve dedicarsi alla contrattazione sociale, l’esperienza di Simonelli ha portato ad alcuni accordi con i Comuni tesi ad attenuare i tagli della crisi sui pensionati.
In precedenza ho avuto la fortuna di avere dei collaboratori capaci e che mi hanno fatto fare bella figura. Spero che anche in questo nuovo ruolo, visti i buoni risultati degli ultimi anni, i collaboratori mi consentano di continuare in questo senso”.

Qual è la situazione dello SPI vercellese?
“Vercelli ha le stesse caratteristiche di altre province. C’è una discussione a livello territoriale per il riordino delle Province, frequentemente abbiamo già lavorato con i rappresentanti di Biella e Novara, a partire dalla Sanità, per iniziare a ragionare in ambiti più ampi.
Abbiamo tre Leghe, autonome finanziariamente con un responsabile, una segreteria e un direttivo. Tutte le Leghe (Vercelli, Santhià-Trino e Borgosesia) forniscono servizi al cittadino, che si può rivolgere per controllare quello che l’Inps manda. Uno degli obiettivi è perfezionare la continua richiesta dei cittadini, aumentando la formazione dei nostri collaboratori, che dedicano il loro tempo libero per adeguarsi alle norme che vengono modificate in continuazione. I nostri uffici sono punti di riferimento e sopperiscono al ridimensionamento dei servizi di Inps e Asl”.

In condizioni è il sistema della pensioni in Italia e nella nostra zona?

“Quello dell’adeguamento è il problema più sentito dai pensionati. Contestiamo i tagli che si stanno facendo a Caf e Patronati perché diventano tagli ai diritti. La mancanza di servizi fa sì che i diritti non vengano e richiesti e diventino ineseguibili. È fondamentale mantenere il servizio gratuito ed efficace per rispondere alle necessità”.

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