La Regione Piemonte non dà risposte alle lavoratrici e ai lavoratori del comparto socio sanitario assistenziale educativo privato e accreditato: scatta la mobilitazione – Comunicato stampa

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Fp CGIL – UILTuCS

Comunicato stampa

La Regione Piemonte non dà risposte alle lavoratrici e ai lavoratori del comparto socio sanitario assistenziale educativo privato e accreditato
È mobilitazione di tutto il comparto su tutto il territorio piemontese

 
Presidi, flah mob, dibattiti pubblici, assemblee nei luoghi di lavoro, e poi incontri dinanzi ai Prefetti territoriali. Sono molte le azioni previste dalla mobilitazione regionale annunciate da FP CGIL, CISL FP, FISASCAT CISL, UILFPL e UILTuCS del Piemonte a seguito dello stato di agitazione delle lavoratrici e dei lavoratori dell’intero comparto socio sanitario assistenziale educativo privato e accreditato, proclamato lo scorso 21 gennaio. 

Il Presidente Alberto Cirio e l’Assessore al Welfare Marrone non rispondono alle richieste sindacali che hanno portato alla proclamazione dello stato di agitazione tra cui il fatto che alcuni gestori di strutture socio sanitarie convenzionate e accreditate con il sistema pubblico applichino Contratti Collettivi Nazionali di categoria siglati da Sindacati non rappresentativi. Nella maggior parte dei casi, si tratta di un peggioramento delle condizioni economiche e normative per lavoratrici e lavoratori, sia nella parte economica sia in quella normativa. In totale si tratta di 86 i CCNL depositati al CNEL in riferimento  al comparto, 62 depositati ex novo dal 2012 ad oggi. Tra gli 86 CCNL soltanto 13 sono siglati da CGIL CISL e UIL 3  e da circa un anno si sono aperte le trattative per il loro rinnovo. 

Soltanto venerdì 26 gennaio scorso è stata siglata la pre intesa del CCNL Coop Soc – primo contratto applicato nel settore con una platea di circa 400 mila lavoratori – che segna un importante punto di avanzamento rispetto alle retribuzioni del comparto (+12,2%, per la sola parte retributiva + 17% aumento complessivo del contratto).

Pare quindi del tutto evidente che la scelta di applicare CCNL siglati da OO.SS. non rappresentative persegua esclusivamente motivi economici, ricercando maggior margine di guadagno riducendo il costo delle manodopera. Il timore, o rischio concreto, è quello di assistere a un esodo dei gestori per passare a CCNL meno onerosi e rinnovati con sigle sindacali non rappresentative. Si pensi, a tal proposito, al testo del CCNL Anaste  2020 – 2022 chiuso interrompendo le trattative con CGIL CISL e UIL o il CCNL per i dipendenti delle Associazioni ed altre Organizzazioni del terzo settore 2023 – 2026.

Per provare a regolamentare il sistema, dopo una serie di scioperi e manifestazione, lo scorso 6 novembre 2023 anche Fp Cgil e UILTuCS hanno siglato, con il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e con l’Assessore al Welfare Maurizio Marrone, un Protocollo d’intesa per monitorare e contrastare l’utilizzo di CCNL non siglati dalle OO.SS comparativamente più  rappresentative sul piano nazionale, dotandosi di nuovi e  aggiornati strumenti per evitare il dumping contrattuale, strumenti utili anche  alle commissioni di vigilanza. La Regione avrebbe dovuto richiedere ai gestori delle strutture accreditate e convenzionate un aggiornamento dei dati, ivi compresi quelli relativi al CCNL applicato, entro il 31 dicembre 2023. Una ricognizione che non è avvenuta e complessivamente nessuno degli impegni assunti è stato rispettato.

Inoltre, Fp Cgil e UILTuCS denunciano una situazione di generale e diffusa sofferenza opera il comparto socio sanitario assistenziale educativo privato, come: la carenza di personale; il ricorso, improprio, a operatori privi di qualifiche professionali adeguate; ricorso a lavoratori stranieri non autorizzati o non ancora autorizzati; il mancato rispetto delle norme relative alla salute e sicurezza su luoghi di lavoro; la mancata applicazione delle norme relative al lavoro, come eccessivo utilizzo dei tempi parziali, dei tempi determinati, delle clausole flessibili, il mancato rispetto dei tempi di riposo, parziali o mancati riconoscimenti salariali sul tempo necessario a indossare gli indumenti di lavoro, ricorso continuo a rientri in servizio sottoponendo le maestranze a turni di lavoro gravosi.

Per tutte queste ragioni Fp Cgil e il TuCS chiedono un intervento incisivo sul sistema e un controllo pubblico nel settore, investendo in maniera adeguata su tutto il comparto. 

Fp Cgil e UILTuCS hanno quindi chiesto innanzi al Prefetto una ricognizione dei CCNL applicati nelle strutture convenzionate e accreditate attraverso le commissioni preposte e che questa sia trasmessa alla Regione Piemonte affinché siano riaperti i tavoli di confronto e si arrivi presto alla revisione del sistema attraverso appositi atti.

Piero Bodo – FP CGIL Vercelli Valsesia
Mauro Orsan – UILTuCS Vercelli Biella

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