“Mai più fascismi: per il lavoro, la partecipazione, la democrazia” – Lettera del Segretario CGIL VcVal
Altro 7 novembre 2021Convocata con lo slogan “Mai più fascismi: per il lavoro, la partecipazione, la democrazia”, quella del 16 ottobre è stata una grande manifestazione di giovani, lavoratori, pensionati, un vero e proprio argine ai violenti e alle forme con cui la violenza deteriora la società.
La risposta è stata notevole, una mobilitazione partecipata come solo il sindacato sa promuovere.
La moltitudine pacifica e colorata che ha gremito piazza San Giovanni a Roma è stata risposta che necessariamente andava promossa dopo l’assalto squadrista alla sede Nazionale della CGIL. Un assalto che ha rievocato i tempi bui della storia del nostro Paese, quando all’inizio degli anni Venti del secolo scorso venivano assaltate le Camere del Lavoro. Quanto accaduto il 9 ottobre è stato senza ombra di dubbio un atto squadrista e, per i dubbiosi della matrice politica di chi avrebbe orchestrato l’atto, è sufficiente rinviarli alla lettura della voce ‘squadrista’ di un qualsiasi vocabolario di lingua italiana.
Cgil, Cisl, Uil hanno immediatamente convenuto sulla gravità dell’episodio che per violenza aveva raggiunto l’apice di una serie di aggressioni minori già da tempo perpetrate diffusamente presso le sedi sindacali di tutte tre le confederazioni, una gravità che andava immediatamente contrastata senza alcun indugio. Così è stato. L’indomani, il 10 ottobre, tutte le sedi provinciali della CGIL hanno visto l’apertura delle proprie strutture e in contemporanea sono stati convocati presidi molto partecipati da militanti sindacali, di associazioni o di partiti politici che fanno dell’antifascismo un loro valore fondante.
La manifestazione a Roma a distanza di una settimana dall’aggressione alla sede di CGIL di Corso d’Italia era poi la giusta risposta che andava messa in campo per difendere il valore del sindacato, per il suo ruolo fondamentale all’interno della nostra società. I neofascisti hanno attaccato la CGIL quale baluardo di democrazia e di libertà che da sempre si batte per un miglioramento delle condizioni sociali.
Al profilarsi della pandemia è stata la CGIL, unitamente alle altre organizzazioni confederali, a chiedere a gran voce di salvaguardare la salute dei lavoratori, promuovendo protocolli d’intesa sulla sicurezza e chiedendo anche di fermare le attività qualora le condizioni ponessero a rischio la salute degli occupati. Il tutto cercando di salvaguardare occupazione e salari. Forse vanno qui ricercate le motivazioni perché le volontà antidemocratiche e le forze dell’ultra destra ancora una volta hanno preso di mira il sindacato.
Piazza San Giovanni è stata l’occasione anche per rilanciare in prospettiva l’impegno sindacale. Non occorre ritornare alla cosiddetta normalità dopo la pandemia, occorre invece superare tutte quelle difficoltà e disparità che già da prima esistevano e che la crisi sanitaria ha acuito.
L’impegno sindacale promosso durante la manifestazione è stato assunto per un lavoro più equo, dove gli infortuni e gli incidenti mortali non devono essere il prezzo da pagare per una ripresa che pare essere solo a beneficio economico di pochi. Va rivisto il sistema fiscale riparametrando la contribuzione in funzioni delle capacità di reddito, ovvero i dipendenti e i pensionati devo percepire realmente l’incremento dei loro stipendi e pensioni. Così va rivisto il sistema previdenziale, permettendo la maturazione dei requisiti pensionistici e di un vitalizio in modo congruo, altrettanto va pensato per i giovani pensando a un sistema di garanzia previdenziale per far fronte alla precarietà occupazionale a cui sono costretti.
Nella storia del sindacato si sono sempre intercalati momenti difficili. Certo chi avversa le organizzazioni democratiche costituite dai lavoratori non vuol certo promuovere una società inclusiva ed equa.
Le formazioni fasciste non hanno diritto d’esistere, forse negli ultimi anni vi sono stati dei tentennamenti nel dare loro una sorta di legittimità. Questo è stato un errore: va applicata la Costituzione. Ciò però di certo non basta, serve una conoscenza della storia e una gestione condivisa delle scelte. La (sotto)cultura della destra è pervasa da principi dove la violenza è contemplata, serve perciò un grande impegno per contrastarla dove democrazia e partecipazione sono i cardini fondamentali.
Valter Bossoni, Segretario Generale CGIL Vercelli Valsesia