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Parte da Vercelli la protesta degli edili: «Non vogliamo più morti sul lavoro!»

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Un incidente mortale ogni 20 giorni nelle manutenzioni edili. A meno di un anno dall’incidente di Brandizzo, e a pochi mesi dalle stragi di Firenze, Bologna, Palermo, la CGIL – insieme alla FILLEA, Sindacato di Categoria –  rilanciano le ragioni di una grande vertenza del settore edile con una grande Assemblea nazionale di lavoratori e delegati convocata venerdì 5 luglio, a Vercelli (a Caresanablot, Polo Vercelli Fiere, dalle ore 10,30).

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Era soltanto lo scorso agosto, quando nell’incidente ferroviario di Brandizzo cinque operai persero la vita: quattro erano vercellesi e lavoravano alla manutenzione dei binari della linea Torino-Milano. Fermare il tragico susseguirsi delle morti bianche e salvaguardare la sicurezza nei luoghi di lavoro sono i temi portati in assemblea dal Segretario Generale della FILLEA, Alessandro Genovesi, e del Segretario Generale della CGIL Maurizio Landini.

Presenti anche il Segretario regionale della CGIL Piemonte, Giorgio Ariaudo oltre alla Segretaria nazionale della CGIL Francesca Re David, Massimo Cogliandro Segretario Generale FILLEA CGIL Torino Piemonte e Valter Bossoni, Segretario Generale della Camera del Lavoro della CGIL Vercelli Valsesia.

Ma i veri protagonisti saranno i lavoratori edili, non solo piemontesi, e le delegazioni rappresentative delle diverse Camere del Lavoro del Piemonte. “Un incontro – spiega Valter Bossoni – pensato prima dell’incidente di Firenze avvenuto a metà febbraio, con cinque morti e tre feriti nel cantiere per la costruzione di un nuovo supermercato. E prima della strage di Suviana in cui rimarono uccise sette persone inseguito all’esplosione di una centrale elettrica e dell’incidente sul lavoro a Casteldaccia in Sicilia che ha provocato cinque morti. Fino ad arrivare ai giorni nostri, con storie disumane come la morte del bracciante indiano a Latina abbandonato davanti casa dal datore di lavoro, con un braccio mozzato e morto dissanguato, con l’arto staccato e appoggiato a una cassetta della frutta, come a significare che non serviva più. Storie come questa dimostrano che nulla è cambiato da quel 30 agosto dello scorso anno, sia per entità che per gravità degli incidenti. Anzi. Sembra che gli incidenti sul lavoro siano ormai fisiologici e connaturati al mondo del lavoro. Come se il computo delle vittime fosse un sacrificio ‘dovuto’, a cui ci si deva abituare, sia per incidenti mortali, sia per infortuni, sia per malattie professionali», afferma Bossoni.

«Le manutenzioni sono sempre più lo specchio di un certo modello d’impresa – spiega Alessandro Genovesi – che alimenta fretta nel lavoro, eccesso di carichi, diminuzioni di attenzione alla salute e sicurezza, minore importanza ai saperi di chi lavora. Per queste ragioni si devono tenere i piani di un’unica vertenza. La piattaforma che proponiamo è per una vertenza che sia generale, settoriale e aziendale. Le battaglie di carattere generale riguardano i referendum proposti dalla CGIL, in particolare quello per estendere la responsabilità in solido proprio in materia di salute e sicurezza e la proposta di legge di iniziativa popolare che punta a ripristinare le tutele della legge 1369/60», conclude il sindacalista.

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