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Vertenza MaxiDì, la Cgil Vercelli Valsesia al fianco di tutti i lavoratori

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Licenziati perché lavoratori in appalto e per la debolezza che contraddistingue il sistema degli appalti nel nostro Paese. Questa è la vera ragione del licenziamento dei 26 dipendenti del magazzino MaxiDì di Larizzate. Uno dei tanti casi che ormai da anni si riscontrano a seguito dell’inesorabile processo di precarizzazione del lavoro cominciata negli Anni ’90 con le prime riforme del lavoro, passando dal Jobs Act di renziana memoria, sino al recente Decreto dignità del governo giallo-verde. Provvedimenti che hanno reso sempre più insicuro e instabile il posto di lavoro per tutti i lavoratori, in particolare per giovani e immigrati. È quanto intende precisare la Cgil Vercelli Valsesia rispetto alla posizione espressa giorni fa, a mezzo stampa, dalla Fisascat Cisl di Vercelli riguardo il licenziamento dei 26 lavoratori per ragioni discriminatorie.

La mancate conferma di 26 contratti a termine alla MaxiDì di Larizzate hanno coinvolto una forza lavoro occupata in appalto che, al momento dell’accaduto, era di 205 unità, composta per ampia maggioranza da lavoratori stranieri, con forte presenza di manodopera senegalese, poi pakistana, dominicana, indiana e di altri Paesi.
Diciassette lavoratori stranieri insieme a nove italiani non hanno avuto la proroga del contratto. Un taglio di personale che impone alla pratica sindacale determinazione, serietà e rispetto per tutti i lavoratori coinvolti, di qualsiasi nazionalità, e che non ha bisogno di strumentalizzazioni. Non sono gli slogan a difendere i lavoratori, ma i fatti che dimostrano come la Cgil sia sempre stata al fianco dei lavoratori, dentro e fuori dall’azienda, siano essi senegalesi, pakistani, indiani, italiani o altri in nome dell’internazionalismo che la contraddistingue.

Grazie all’operato della Filcams Cgil, nel medesimo contesto lavorativo, sono stati confermati o prorogati 37 contratti a termine in scadenza, con netta prevalenza di maestranze non italiane e la stessa Filcams si è sempre schierata in difesa incondizionata dei lavoratori licenziati per ragioni discriminatorie e continuerà a farlo. Del resto è noto come la Cgil, spesso in solitudine senza altri sindacati, abbia contrastato il processo di precarizzazione del lavoro con scioperi e manifestazioni nazionali e territoriali, così come è altrettanto noto l’impegno quotidiano della Cgil e dei suoi delegati nella difesa dei diritti dei lavoratori stranieri e non. In un tale quadro è obbligatorio considerare tutti gli strumenti di difesa affrontando la questione senza alcuna superficialità.

Inoltre, data l’onestà e l’integrità sindacale che da sempre contraddistingue la nostra organizzazione, commentiamo favorevolmente che il 27 novembre scorso, l’amministrazione del Comune di Vercelli ha assunto all’unanimità un ordine del giorno che stigmatizza “anche solo contegni gravati dal dubbio della discriminazione razziale e dell’odio etnico (…)”. Un OdG che riscuote la nostra piena approvazione, con l’auspicio che tale responsabilizzazione non resti solo sulla carta e che il Comune di Vercelli concretizzi le proprie posizioni antirazziste con politiche inclusive nei luoghi di lavoro e nell’intera società vercellese .

Per conseguire risultati concreti, la Cgil Vercelli Valsesia ha da tempo sollecitato tutti gli organi istituzionali territoriali – dal Comune alla Prefettura – a un confronto sulle questioni sociali che riguardano il mondo del lavoro, il diritto di cittadinanza e l’accoglienza. Siamo certi che il Comune di Vercelli voglia accogliere la nostra proposta d’istituzione di un tavolo permanente per i lavoratori immigrati e le loro famiglie, a supporto di problemi come quelli relativi alla cittadinanza (come il rilascio della carta d’identità), al potenziamento dei servizi di trasporto dei lavoratori nelle aree industriali, a iniziative nelle scuole per educare i giovani all’accoglienza e contro il razzismo.

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