La Camusso a Vercelli: ‘Le leggi degli ultimi 20 anni hanno eroso i diritti del lavoro’
News 7 giugno 2016«Le leggi degli ultimi 20 anni hanno eroso i diritti del lavoro, lasciandoci un mondo peggiore». Esordisce così la leader della CGIL, Susanna Camusso, dal palco del Teatro Civico di Vercelli: un palco tutto al femminile in occasione della conferenza “Se 8 ore vi sembran poche… Tempi di vita e di lavoro nella Carta dei Diritti Universali del Lavoro”, organizzata dalla Camera del Lavoro di Vercelli Valsesia e l’associazione “Se 8 ore…”.
All’evento, programmato per celebrare i 110 anni della conquista delle 8 ore lavorative, avvenuta il 1 giugno del 1906 grazie alle lotte delle mondariso vercellesi, partecipano anche le sociologhe Maria Luisa Bianco, Chiara Saraceno e l’assessore regionale al Lavoro, Gianna Pentenero, moderate dalla giornalista Roberta Martini.
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Tagliare i diritti di chi lavora significa peggiorare le condizioni del nostro Paese e – senza dover riscrivere il passato – bisogna
chiedersi cosa vuol dire “lavorare” oggi, secondo la Segretaria generale della CGIL. Ogni lavoratore deve vedere riconosciuti i propri diritti, quelli che rendono una persona libera e forte. E sebbene i diritti non invecchino, ce n’è bisogno di nuovi. Da questa esigenza nasce la Carta dei Diritti Universali del Lavoro, una proposta di legge di iniziativa popolare della CGIL all’interno della quale “dignità” e “libertà” sono due parole chiave.
Quando si discute di lavoro, si arriva a riflessioni importanti, come quella sulla dimensione del tempo: esiste un tempo del lavoro, ma anche del riposo e il cosiddetto terzo tempo, vale a dire quello che si dedica a se stessi e che riguarda la qualità della vita e l’organizzazione sociale.
Le immagini dell’inaugurazione dell’archivio storico della Camera del Lavoro vercellese
Secondo la leader della CGIL si sta raccontando una dimensione sociale basata sul “consumo”, dove si viene portati a credere che sia necessario fare acquisti nei centri commerciali anche di notte (!) per affermare se stessi: ma il numero di ore che un centro commerciale resta aperto misura davvero lo sviluppo di un Paese?
Per Susanna Camusso non è possibile credere che allungando la prestazione lavorativa, aumenti anche la produttività. Chi ci crede?!?
Anche il lavoro delle donne – quello misurato sul mercato e quello dedicato alle cure parentali – è un tema sul quale si discute dal palco, così come il caporalato diffuso nel settore agricolo, e la fatica: un termine che, secondo la Camusso, non va più tanto di moda e invece caratterizza ancora il mondo del lavoro, seppure in modo diverso. Esiste ancora la fatica dei braccianti agricoli, degli operatori sanitari sotto organico, e in altre forme ancora.
Susanna Camusso visita la Loro Piana, le foto
Il tempo del lavoro è dunque un argomento ancora straordinariamente attuale, anche perché il nostro Paese ha il maggior numero di part time involontario d’Europa, il che significa svalorizzazione e parcellizzazione del lavoro.
Anche la formazione è un tema affrontato nella giornata delle 8 ore e la Segretaria generale della CGIL giudica pessima l’applicazione dell’alternanza scuola-lavoro realizzata dal Governo Renzi.
È sbagliato accorciare l’obbligo d’istruzione in età scolare ma soprattutto è un errore trasferire alle istituzioni responsabilità e doveri che sono delle imprese. L’istruzione serve a un giovane a farlo diventare un cittadino consapevole – prima anche di un lavoratore consapevole – ed è normale che si affacci sul mondo del lavoro con l’intenzione di imparare: a questo servivano i periodi di apprendistato o di formazione lavoro. Un percorso formativo deve servire alla persona perché il lavoro non è l’unica scansione temporale importante della vita di ciascuno.
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Da questa giornata in cui le 8 ore sono state protagoniste abbiamo tutti imparato che la storia non è un ferro vecchio da buttar via, ma un bene prezioso da difendere.
La Cgil di fronte alle crisi che ha colpito anche il nostro Paese ha proposto un “piano per il lavoro” che comprende: la riorganizzazione del sistema pubblico, la riorganizzazione della scuola e creazione di lavoro. Come? Senza nessuna altisonante politica del “bonus” ma creando occupazione diretta per i giovani, ad esempio, partendo dai 18 miliardi di euro serviti a pagare i bonus annunciati e promessi.
La Carta dei Diritti Universali del Lavoro afferma che tutti coloro che popolano un luogo di lavoro hanno dei diritti, e anche per questo oltre a tutelare i “posti” di lavoro è importante occuparsi delle condizioni lavorative. L’alternativa sono i voucher: un mondo del lavoro indefinito, senza diritti e instabile. Una deriva che questo Paese non può permettersi perché sono troppe, e tutte importanti, le trasformazioni della società che ci aspetta.
L’intervento di Luca Quagliotti, Segretario organizzativo, a RadioArticolo1