Licenziato un sindacalista all’interno dell’impianto IBP di Crescentino

Comunicati stampa

Licenziato un sindacalista all’interno dell’impianto IBP di Crescentino

CONFERENZA STAMPA
Mercoledì 21 dicembre, ore 11, in CGIL (via Stara 2, Vercelli) sulla vertenza di Luca Soffredini, il delegato CGIL licenziato dalla IBP

Non tutto ciò che accade nell’impianto IBP (ex stabilimento Teksid) di Crescentino è all’insegna della modernità. Il delegato sindacale della CGIL rivendicava il rispetto dei diritti nel proprio luogo di lavoro. In tutta risposta, la Sicur2000, società in appalto della IBP, lo ha licenziato. La FILCAMS CGIL – sul piede di guerra – chiede la immediata reintegra in servizio.

Prima confinato in un reparto d’isolamento e assegnato a turni senza il riconoscimento delle relative indennità, com’è consuetudine aziendale; poi lo sconfinamento con il cambiamento di mansione, avvenuto senza la visita medica obbligatoria date le condizioni ambientali; infine il licenziamento subìto per non aver desistito nel recriminare il rispetto delle condizioni contrattuali e di corretta sorveglianza sanitaria in azienda.
Così la società Sicur2000 Srl ha licenziato Luca Soffredini, dipendente nonché delegato CGIL, accampando pretestuose argomentazioni e seguendo processi decisionali agili e rapidi, così come si vanta nelle scelte imprenditoriali.

È questa la denuncia della FILCAMS CGIL e del segretario generale di categoria Valter Bossoni che definisce il licenziamento «politico, infondato, discriminatorio e assolutamente nullo. Un delegato sindacale usato come capro espiatorio per dimostrare ai lavoratori che non ci si può svincolare da determinate logiche che nulla hanno a che vedere con la modernità» afferma il sindacalista.

«Lo stabilimento del gruppo Mossi Ghisolfi che si fregia d’essere ‘leader nell’innovazione applicata al settore del PET, dell’ingegneria e dei prodotti chimici rinnovabili derivati da biomasse’ ha estromesso un lavoratore che chiedeva di rispettare i propri diritti e quelli dei colleghi», continua Valter Bossoni.

IBP non compie il lavoro ‘sporco’ direttamente ma lo ‘esternalizza’, con le attività concesse in appalto. In particolare, tutta una serie di inadempienze contrattuali, previdenziali e fiscali si sono verificate sin dall’inizio della realizzazione dell’impianto, con l’appalto affidato alla società Sicur2000 srl. Una società che concentra le sue attività all’interno del sito industriale IBP e che ha operato a discapito dei propri dipendenti compiendo innumerevoli irregolarità. Basti dire che per la verifica di queste irregolarità è in corso da settembre scorso, con un controllo congiunto degli enti ispettivi preposti a tale compito.

«Le irregolarità che come CGIL abbiamo avuto modo di riscontrare vanno da uno scorretto inquadramento del personale, al mancato pagamento di istituti obbligatori contrattualmente (quattordicesima mensilità, maggiorazioni dovute al turno, indennità del lavoro festivo, straordinari, etc.) sino alla completa assenza della sicurezza antinfortunistica/sanitaria destinata ai lavoratori. A questo elenco va aggiunto un ambiguo uso della cassa integrazione e l’irregolarità di una serie di contratti individuali d’assunzione, compresa la vessazione di aderire a normative meno tutelanti.
Come Filcams CGIL abbiamo più volte interpellato la società Sicur2000 esortandola a rivedere il proprio operato, chiedendo di correggere le proprie mancanze segnalando anche a IBP di intervenire a sostegno delle nostre istanze, ma senza riscontro. Anzi, ne è derivata un’avversione aziendale nei confronti della CGIL e dei lavoratori iscritti al nostro sindacato. Per questo ci piacerebbe sapere se IBP condivide le modalità con cui il proprio appaltatore gestisce le maestranze. Così come chiediamo a IBP se la forza del proprio progresso celi una complicità con quanto compiuto dalla Sicur2000 all’interno dell’impianto di Crescentino. Se cosi non fosse, serve un segnale immediato, ovvero l’immediata reintegra al lavoro del rappresentante sindacale illegittimamente licenziato», dichiara Valter Bossoni.

«La vicenda dell’IBP è l’ennesima conseguenza di quanto il Jobs Act abbia prodotto nell’orientamento padronale contribuendo e agevolando le modalità spicce per risolvere i dissapori con i lavoratori. Jobs Act che venne congegnato nel contesto della Leopolda a cui, viene da pensare, il gruppo Mossi Ghisolfi aderì forse non solo per spirito politico…», conclude il sindacalista.

La vertenza della IBP di Crescentino e del licenziamento illegittimo verrà illustrata in occasione della Conferenza Stampa convocata per mercoledì 21 dicembre, ore 11, in CGIL (via Stara 2, Vercelli) alla presenza di Luca Soffredini, il delegato CGIL licenziato dalla IBP che risponderà alle domande dei giornalisti.

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